Dialoghi con Giobbe – La Prima pietra – Spettacolo teatrale
20 Dicembre ore 21:00 - 22:30
Lo spettacolo che proponiamo attraverso i mezzi espressivi del teatro, è una ricerca che ci interroga, una domanda che l’umanità attende una risposta da sempre “Se Dio c’è perché il Male, e perché tanta Sofferenza?
E’ su questa tragica domanda che si sofferma e si consuma lo spettacolo “Dialoghi con Giobbe – Disputa in tre quadri per voce solista sulla Giustizia”.
Tre quadri di vite sofferenti contese tra il male e il bene, e che cercano un senso all’esistenza e al dolore dell’umano.
Tre dialoghi che si sviluppano in tre storie molto diverse fra loro ma che si misurano, tutte, con questo baratro della vita.
-Il primo dei tre è un dialogo che si svolge tra un aguzzino nazista e una vittima ebrea sopravvissuta alla shoah, allo sterminio di Auschwitz. Un confronto drammatico ma che resta senza soluzione, senza risposta, la parola, impotente. Anche Dio è muto, anzi assente. I due resteranno soli abbandonati al loro passato.
-Il secondo dialogo trova di fronte un giudice e un’anima all’ultimo giudizio: la legge divina e la povertà umana della paura. La paura non può essere alibi per non agire per non fare, per non caricarsi delle proprie responsabilità; la paura è una povertà non concessa, è colpevole, ma pure, come dice Don Abbondio “la paura uno non se la può dare da solo”; e allora perché Dio ci lascia soli nella solitudine e nella paura?
-Nel terzo e ultimo quadro è Giuda (il grande traditore) che si mette a nudo, consapevole della sua “colpa”, ma che con furore mette a nudo e lancia un’accusa all’umanità tutta “io so chi siete: traditori di uomini, di ideali, di affetti – come me – che si mascherano, si mimetizzano e mentono senza ritegno perché chi tradisce mente anche a se stesso per coprire la propria viltà”.
E’ con questa invettiva che infine termina il suo dialogo/monologo “Mi maledite perché dico chi siete; vi maledico perché dite chi sono”.
Sentite le storie, ascoltate le testimonianze, sarà il pubblico ad essere chiamato in causa, a sbilanciarsi e innescare così una “reazione a catena” fatta di emozioni e reazioni, di pensieri, di pro e contro: una “giuria popolare” chiamata non a verdetto ma a trovare ancora domande, ma fuori dalla scatola nera del teatro, ciascuno lungo la sua strada.
E’ così che termina il dramma.
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